martedì 8 marzo 2016

Homework #10 | Normalizzazione della macchina

Ogni momento della nostra vita quotidiana è ormai accompagnato dall'impiego di macchine più o meno complesse. Tuttavia, questa presenza pervasiva della macchina nel vivere di tutti i giorni ha portato ad una sua “normalizzazione”. Quando parlo di normalizzazione penso soprattutto alla progressiva perdita, da parte della macchina, nell'immaginario della società contemporanea, della forza di generare potenti suggestioni di cambiamento ed innovazione.
La macchina è ormai considerata un dato di fatto e rispetto al passato è sempre meno portatrice di immagini e messaggi di travolgente mutazione tecnologica e di conseguenza dei costumi e delle abitudini. Si è ormai prodotta una assuefazione del ruolo e dell'immaginario della macchina. Questa perdita della sua forza evocatrice appare più comprensibile se si pensa agli albori dell'epoca della macchine: le prime raffigurazioni in pittura dei treni e delle stazioni identificano nella macchina una rappresentazione del potente cambiamento sociale in atto. Oggi, invece, nessuna rappresentazione di macchina contemporanea sarebbe probabilmente capace di descrivere sinteticamente la nostra società nel modo in cui le raffigurazioni della Gare St. Lazare di Monet riuscivano a descrivere il cambiamento della società del secondo '800.

domenica 6 marzo 2016

La Gare de Paris Saint-Lazare | Claude Monet


La hall de la Gare Saint-Lazare, 1877



Le Pont de l'Europe et la Gare Saint-Lazare, 1877

lunedì 29 febbraio 2016

Call for a paper

Titolo:
L'immagine delle macchine nella narrazione dell'urbanizzazione cinese

Abstract: 
La recente crescita urbana in Cina è un fenomeno che non ha precedenti nella Storia per numeri impressionanti e per rapidità. Per descrivere questo evento si evocano spesso immagini di “macchine”.

Keywords: 
Città – Cina – narrazione

Bibliografia:

Peter G. Rowe, Seng Kuan, Architectural Encounters with Essence and Form in Modern China, Cambridge, MA, The MIT Press, 2002


An., "Building the Dream", The Economist, 19 Aprile 2014

An, "Urban China. Toward Efficient, Inclusive, and Sustainable Urbanization", The World Bank, 2014
 


domenica 28 febbraio 2016

Homework #9 | La macchina protagonista in L'arcobaleno della gravità di T. Pynchon

La macchina protagonista de L'arcobaleno della gravità di T. Pynchon e che pervade il percorso narrativo dell'intero romanzo è il razzo V2. Già il titolo dell'opera illude all'arma tedesca attraverso l'immagine dell'arcobaleno della gravità, metafora dal gusto quasi poetico, della devastante traiettoria parabolica del micidiale razzo.


 

A pagina 6 fa la sua prima comparsa la macchina protagista, presentata con un'efficace descrizione della sua traiettoria di avvicinamento:

"Far to the east, down in the pink sky, something has just sparked, very brightly. A new star, nothing less noticeable. [...] The brilliant point has already become a short vertical white line. It must be somewhere out over the North Sea . . . at least that far . . . icefields below and a cold smear of sun. . . .
What is it? Nothing like this ever happens. [...] It’s a vapor trail. Already a finger’s width higher now. But not from an airplane.
Airplanes are not launched vertically. This is the new, and still Most Secret, German rocket bomb
."



Nel finale del romanzo il razzo diventa poi una vera entità trascendente che oltrepassa la sua realtà di macchina di distruzione e cambia irrevocabilmente le esistenze dei personaggi, come viene sottolineato anche dall'impiego della lettera maiuscola nel nominarla:

Before the Rocket we went on believing, because we wanted to. But the Rocket can penetrate, from the sky, at any given point. Nowhere is safe. We can’t believe Them any more. Not if we are still sane, and love the truth.”
(pag. 728)
 

"So, yes yes this is a scholasticism here, Rocket state-cosmology . . . the Rocket does lead that way—among others—past these visible serpent coils that lash up above the surface of Earth in rainbow light, in steel tetany"
(pag. 726)

martedì 23 febbraio 2016

Homework #6 | Tassonomia


Homework #7 | la macchina in L'arcobaleno delle gravità | Gravity's Raynbow


  
Routine: plug in American blending machine won from Yank last summer, some poker game, table stakes, B.O.Q. somewhere in the north, never remember now. 
pag. 7


The War does not appear to want a folk-consciousness, not even of the sort the Germans have engineered, ein Volk ein Führer—it wants a machine of many separate parts, not oneness, but a complexity.
pag.131

A machine-gun on the German side sings dum diddy da da, an English weapon answers dum dum, and the night tightens coiling around his body, just before H-Hour. . .

pag. 233

Only the empty compartment here, the S-curved spokes on the peep-show machines, the rows of mirrors directly facing, reflecting each other, frame after frame, back in a curve of very great radius.
pag. 450